Riccardo Casalaina (Si prega di citare la fonte quando si attinge alla mia ricerca)

Negli anni che vanno a cavallo tra l’ultimo ventennio dell’800 e il primo decennio del ‘900,l’attività artistica e musicale nel meridione d’Italia e in Sicilia è caratterizzata da una notevole vivacità. I giornali d'epoca attestano durante questo periodo frequenti concerti tenuti a Messina,Milazzo,Castroreale,Patti via via fino a Palermo : concerti di musica classica, spettacoli teatrali di vario genere,rappresentazioni di melodrammi di famosi compositori italiani ed esteri. Tra tutti gli strati della popolazione è molto diffuso il culto per l’opera lirica e nel campo della musica da camera è di moda la “Romanza da salotto”. In tutte le famiglie aristocratiche e della ricca e media borghesia, i rampolli coltivano la loro voce e imparano a suonare il pianoforte,ormai presente in ogni casa, e si esibiscono in salotti ben adornati con stucchi,cornici d’oro,specchi e quindi atti ad ospitare parecchie persone. Proprio in questi salotti nelle varie discussioni si trattano i temi più scottanti del momento come avveniva 50 anni prima a Parigi,all’epoca di Chopin,Listz e lo stesso Bellini. Tra un convegno e l’altro si inframmezzano parentesi meno impegnate, dedicate proprio alla musica e al canto, in cui i protagonisti sono cantanti e pianisti a volte dilettanti, perché l’appartenenza al ceto non permette, anzi direi non tollera, che essi possano intraprendere una carriera professionistica,anche se dotati di notevoli capacità musicali; dunque intrattengono gli ospiti eseguendo i loro cavalli di battaglia che durante questo periodo sono particolarmente ricchi di fantasia melodica. E’ in questo quadro,in questo arco di tempo che si inserisce con la sua multiforme e versatile attività Riccardo Casalaina che numerosissimi articoli giornalistici elogiano come virtuoso della tastiera, pianista unanimemente apprezzato, eccellente direttore d’orchestra,valente didatta, compositore di musica vocale,di musica strumentale da camera,di musica sacra e poemi lirici. Definito un “Mozart redivivo” da Florestano Rossomandi che era considerato uno dei più grandi maestri della scuola pianistica napoletana,il Casalaina particolarmente apprezzato da Leoncavallo e Mascagni che come possiamo vedere dalle immagini gli dedicarono un'opera, ci ha lasciato nella sua breve vita un centinaio di composizioni ed era dotato di una grande vena melodica,da un lato fresca e spontanea paragonabile a Bellini, dall’altro piena di languore e malinconia come quella di Puccini. Le sue musiche dunque affascinano l’ascoltatore con un suggestivo candore.  ASCOLTIAMO un brano dal titolo "SERA CADENTE" risale al 1908 e si tratta di una composizione per grande o piccola orchestra, nel nostro caso eseguita al pianoforte da Maria Assunta Munafò e al violino da Antero Arena.

Riccardo Casalaina nacque a Novara Sicilia alle 4,30 antimeridiane del 19 Maggio 1881 e non nel 1882 come si trova in alcune biografie,come quella di Francesco Guardione. La data risulta in modo inequivocabile sia dall’atto di nascita che dall’atto del battesimo. I suoi genitori Antonio Casalaina e Gaetana Benenati di Castroreale , si trovavano temporaneamente  a Novara Sicilia quando al padre fu offerto l’incarico di dirigere la rinomata banda musicale del paese, dunque stabilirono lì la loro dimora per un certo periodo di tempo. Il piccolo Riccardo - ultimo di 5 figli - mostrò da subito una spiccata e innata inclinazione per la musica,tant’è che,come recita il Guardione, quando era con i suoi compagnetti “PREDILIGEVA NEI SUOI TRASTULLI PUERILI DIRIGERE CON ZELO UNA BANDA DI BIMBI SUOI COETANEI,NON FORNITI D’ALTRI STRUMENTI SE NON DELLA LORO SQUILLANTE VOCETTA”. Ed ancora in un articolo del Giornale di Sicilia del 18 Aprile 1912, pubblicato dopo la morte del musicista, un suo coetaneo compagno di giochi afferma: ”IL SUO SOGNO,LA SUA PASSIONE NON ERA ALTRO CHE LA MUSICA,PER ESSA SACRIFICAVA TUTTA L’INTERA GIORNATA:ED ERA PER LUI UNA CONTENTEZZA UNICA POTER SCARABOCCHIARE DI NOTE,DI QUELLE NOTE CHE NELL’INGENUITA’ DELLA FANCIULLEZZA GLI VENIVANO, LE STRISCE DI CARTA CARPITE AL PADRE.” Questi lo assecondò in pieno e lo avviò subito allo studio della spinetta e rendendosi conto che i progressi erano di giorno in giorno crescenti,fece di tutto per farlo studiare presso l’unico Conservatorio esistente in Sicilia all’epoca,quello del Buon Pastore di Palermo, l’attuale conservatorio Bellini. Fra l'altro secondo i programmi vigenti in quel periodo, gli allievi erano tenuti a seguire,oltre allo studio dello strumento,anche i corsi di lettere,latino,francese e matematica,potendo avere così una cultura più completa e meno settoriale. Casalaina superò brillantemente tutte le prove d’ammissione e si classificò 1° su diciotto concorrenti potendo così iscriversi al Primo  anno di conservatorio usufruendo del completo esonero dalle tasse. Stiamo parlando di un ragazzino di 11 anni ammesso al primo anno di conservatorio che aveva già composto per i fatti suoi una polka,due valzer, un capriccio per pianoforte e una mazurka. Siamo negli anni 1892-1894,un biennio,trascorso il quale si trasferì a Napoli per proseguire nel Conservatorio più antico d'Italia,dove studiarono il Pergolesi,Cimarosa,Bellini,Gomes,Zingarelli,Mercadante, un istituto che godeva di grande rinomanza in Italia e all’estero. L’accesso era a numero chiuso e bisognava affrontare un concorso,come cita il Vitale nel suo libro :IL PIANOFORTE A NAPOLI NELL’800,” LE CLASSI ALLORA NON VENIVANO DISTRIBUITE LIPPIS ET TONSORIBUS E LA TRIADE LONGO,ROSSOMANDI,ROMANIELLO ERA INATTACCABILE DALLE TARME”. Riccardo aveva appena 13 anni quando giunse nella città partenopea, superò brillantemente tutte le prove, fu ammesso alla prestigiosa scuola di Florestano Rossomandi e riuscì a completare gli studi e conseguire il Magistero in pianoforte in 7 anni piuttosto che in 9, la massima riduzione possibile consentita dai regolamenti vigenti all’epoca e si classificò 1° su oltre 60 candidati. Durante questi anni di intenso studio aveva già composto parecchie cosette di pregio ed in particolare nel 1900, in occasione dell'assassinio a Monza del Re Umberto,si premurò di comporre uno STABAT MATER da eseguire durante i funerali del Re e musicò una preghiera scritta per l'occasione dalla Regina Margherita di Savoia, la quale apprezzò molto l'iniziativa del musicista e fece pervenire tramite il prefetto di Messina un pregevole dono e una lettera di vivo apprezzamento. Dopo qualche mese la preghiera fu pubblicata,come si legge dal "giornale di Sicilia " di Palermo dell'11 Ottobre del 1901. Il Casalaina proseguì gli studi di composizione e qualche mese prima di conseguire il diploma rimase affascinato da un poema di Arturo Graf,poeta e critico letterario dell'800,intitolato “ATTOLLITE PORTAS”. Esso narra la vicenda di Gesù redentore che,rivestito di una veste più candida della neve,con una corona di spine pungenti sul capo e con i piedi ancora sanguinanti che tingono di rosso l’acqua del ruscello su cui sono immersi,ordina per tre volte agli spiriti di aprire la porta degli inferi dietro la quale stanno numerose anime che anelano la liberazione; alla fine Egli stacca un umile giunco e tocca la porta che crolla immediatamente e varca la soglia mentre le anime cantano: ”Sia Gloria al Signore”. Nella gazzetta di Messina si legge che il Serrao, maestro di composizione del Casalaina pensava che un’opera del genere fosse per lo studente troppo ardua,ma dopo aver visto il risultato compiuto si ricredette e il direttore del Conservatorio, Martucci,che per abitudine "non illudeva mai gli studenti con facili e dannose compiacenze",acconsentì l’esecuzione e mise a disposizione di Riccardo tutti i mezzi che la scuola poteva offrire. L’attollite portas venne eseguito ed ebbe un così tale successo che il pubblico costrinse il Martucci a farlo replicare più volte. Scrisse Giacomo Puccini che tutta Napoli intellettualmente ne fu sorpresa e commossa e l’eco del successo pieno andò per tutta Italia; e nel giornale di Sicilia c’era scritto che il lavoro del giovane ventenne destò immenso entusiasmo e fece lacrimare illustri maestri,specialmente il venerando Serrao e Martucci. Arrivato il giorno dell'esame,il Casalaina si diplomò in composizione con il massimo dei voti e la lode e i maestri stessi,convinti dei rari pregi di ingegno e degli studi severi che ornavano il giovane,dichiararono l’esperimento ovvio. Ascoltiamo una polka per pianoforte.

Ritornato in Sicilia nell’Ottobre del 1903,riceveva continue lettere,offerte di lavoro e suggerimenti di trasferirsi a Milano,città in cui vi era un’intensa vita letteraria e artistica ed operosi teatri, primo di tutti “LA SCALA” ,ormai ultracentenaria e si stampavano circa 200 giornali tra quotidiani e periodici. Fra l’altro alla direzione della scala era stato designato Arturo Toscanini che si era adoperato per un ulteriore rilancio di questo glorioso teatro. Ebbe anche un'offerta di lavoro in Grecia dal suo amico e vecchio professore di pianoforte." CARO CASALAINA, SE VI FA PIACERE, HO L'OCCASIONE DI FARVI SCRITTURARE COME SOSTITUTO DIRETTORE E MAESTRO DEI CORI IN UN TEATRO DELLA GRECIA. BUONISSIMA OCCASIONE PER POTER COMINCIARE LA VOSTRA CARRIERA. SI DOVREBBE PARTIRE IN DICEMBRE.-ASPETTO RISPOSTA. TANTI CORDIALI SALUTI  VOSTRO ROSSOMANDI. NAPOLI,5 OTTOBRE 1903. Ma il Casalaina ,che aveva molto sentito la lontananza dai suoi cari ,preferì operare nella sua terra, la sua Sicilia e rifiutò qualsiasi suggerimento. Era rimasto affascinato dalla bellezza della città di Messina col suo ridente mare che si affacciava nello stretto e dalla vivacità della vita artistica di cui la città godeva in quegli anni. Peraltro in posizione di classifica il teatro “Vittorio Emanuele” ricopriva uno dei primi posti in Italia per grandezza e lusso dopo i teatri “Alla Scala” di Milano, “La Fenice” di Venezia, “San Carlo” di Napoli e “Massimo” di Palermo.  Dunque si dedicò alla direzione d’orchestra, diresse la Traviata, la Manon Lescaut,Un ballo in maschera, L’elisir d’amore e due suoi poemi lirici l’Attollite portas e l’Aretusa e tenne parecchi concerti di pianoforte ,carriera questa ,che aveva già iniziato nel 1901, sia a Napoli che in Sicilia; infatti a Milazzo si registrano in base alle recensioni giornalistiche tre concerti rispettivamente nel 1901, 1902 e 1904,anno in cui suonò anche a Patti e a Castroreale.  A Milazzo un concerto si tenne al Teatro Comunale allora dislocato in via Nino Ryolo, dove vi è l’attuale Chiesa Madre. Fu quasi sicuramente nel 1902 che conobbe il Barone Lucifero con cui strinse una sincera amicizia. Risale a quest’anno la dedica di una romanza "QUANDO...."alla distintissima signorina Dora Lucifero e due anni dopo un Valzer per Don Paolo Lucifero, uomo appassionato e cultore di musica,anch’egli compositore,infatti dopo la sua morte furono trovati vari suoi pezzi: serenate,polke,mazurche e valzer. Qualche anno dopo si innamorò della figlia del barone, la milazzese fanciulla Dora Lucifero,brava violinista ed attrice di teatro; si ricordano in particolare due sue interpretazioni,quella del personaggio di Ofelia di Shakespeare e di Pia de' Tolomei,abbastanza ardue. Il matrimonio avvenne il 12 febbraio del 1908 a Milazzo alla presenza dei testimoni Mariano Bertolami per lo sposo e il cavaliere Francesco Carlo Bonaccorsi e il cavaliere Tommaso De Gregorio per la sposa. I numerosissimi invitati ebbero il piacere di ascoltare un “SALVE REGINA” che Casalaina compose per il lieto evento, un pezzo per canto,pianoforte e violino obbligato. -LEGGIAMO IL MARCHESINO DI MESSINA- Tra i molti regali che ricevettero da personalità illustri si aggiunse un bellissimo pianoforte che fu fatto pervenire quel giorno dal Circolo Artistico messinese. La coppia trascorse una sognante luna di miele a Taormina,LEGGIAMO una lettera scritta alla sorella......Gli sposi si stabilirono in una graziosa villetta a Messina; intanto il musicista si accingeva a comporre una nuova opera lirica “la Sensitiva” di cui purtroppo non è rimasta traccia e nel Dicembre del 1908 portò a termine l’”ANTONY”, che lo aveva visto impegnato per ben tre anni. Questo melodramma che traeva origine da un lavoro di Alexandre Dumas (padre), in tre atti,su libretto del Golisciani , doveva essere rappresentato al Teatro Vittorio Emanuele di Messina a breve. La vicenda era ambientata in Francia nel 1830 e parecchi erano stati gli illustri musicisti italiani e francesi che avevano tentato di musicare questo melodramma ottenendo scarsi risultati.[In particolare un mantovano e addirittura un musicista ungherese] 

 

Quest’opera è considerata tutt’oggi dalla critica la più importante di tutta la sua produzione artistica ma il Casalaina non ebbe la fortuna di vederla messa in scena perché il 28Dicembre un sisma di magnitudo 7,2 della scala Richter, corrispondente all’11esimo grado della vecchia scala mercalli,seguito da un devastante maremoto (tre onde anomale) fece crollare le due città dello stretto: Messina e Reggio-Calabria. Grazia Scibilia, moglie del barone e madre di Dora era con gli sposi a Messina per trascorrere le vacanze di Natale ed essendo l’unica superstite della villa non si diede pace fino a quando i soldati stranieri non scavassero tra le macerie per trovare i corpi dei due novelli sposi abbracciati come se volessero proteggersi a vicenda, fra l’altro dora era in gravidanza già da qualche mese. I corpi furono estratti, messi in un’unica bara inizialmente in un posto provvisorio e al ritorno del Barone Paolo Lucifero dal suo secondo viaggio in America furono seppelliti nel sepolcreto della famiglia Lucifero (fatto da lui costruire l'anno successivo),nel panoramico cimitero di Milazzo. 

-Dalla fitta corrispondenza che Riccardo Casalaina teneva con i familiari, amici e maestri, si arguisce che era un uomo intelligentissimo e di cultura eclettica, conosceva benissimo tutta la produzione shakespeariana e gli scritti di D'annunzio, era modesto, tenace e determinato, di indole buona e mite, dai forti slanci emozionali, che possiamo notare soprattutto ascoltando le sue composizioni.-

 

DOCUMENTO CHE ATTESTA CHE I DUE CORPI FURONO TUMULATI IN UN'UNICA BARA